La pazzia | страница 24



– Già… – un'espirazione bruciante.

Gli occhi le si rovesciarono all'indietro… Lo sentiva davvero: tensione in tutto il corpo, crampi ai muscoli, dita che tremavano finemente, mani strette a pugno e unghie che scavavano nella pelle fino a sanguinare.

Boris accelerò, volendo liberarsi, ottenere uno sfogo. Aveva intuito che lui sarebbe arrivato presto al traguardo, aveva bisogno di qualche momento in più. Ma non le importava: sapeva che non c'era modo di fermare il processo.

Le spinte si erano fatte più affilate, più dure, più profonde. Il respiro pesante dell'uomo bruciava la schiena, le sue braccia segaligne stringevano dolorosamente il mio collo sottile, graffiavano la pelle tenera delle cosce. Boris si tese completamente mentre si avvicinava al culmine, il respiro gli si mozzò e nelle ultime spinte si riversò nelle profondità più dure.

Un gemito soffocato è sfuggito dal petto della ragazza.

– Ti piace? Quindi non ho ancora finito", grugnì soddisfatto lo stupratore, che continuò a muoversi.

"Ecco", sorrise la vittima.

Il suo giovane ed esile corpo si tese fino al limite, un dolore le trapassò il basso ventre, un gradito calore le attraversò il corpo e la mente della ragazza cominciò ad allontanarsi.

Non sentiva più il portatore di fiori. Il suo sguardo era scarlatto. Il suo corpo si contorce in un crampo, le mani si appoggiano sul pavimento sporco, le gambe cominciano ad allungarsi.

– Che diavolo sta succedendo? – Lo stupratore smise di contorcersi e fissò sorpreso la cosa che si agitava sotto di lui. – Sei una persona che soffre di crisi epilettiche?

Il corpo della creatura si bloccò, girò lentamente la testa e guardò Boris con occhi completamente neri. Quello che fino a un attimo prima era un volto è diventato pallido e allungato, la bocca si è allargata e riempita di saliva.

– Ah! Cazzo! – urlò il portatore di fiori. – Ma che cazzo?

La creatura alzò la mano, ricoperta di pelle grigio–verdastra, e schioccò le lunghe dita con artigli neri affilati come rasoi, dopodiché una voce melodiosa chiese:

– Cosa c'è, Boris? Non ti piaccio così?

Il rapitore cadde a terra, strisciando ancora con i pantaloni abbassati. Balbettando e borbottando senza sosta, cercò di tirarsi su i pantaloni, ma le sue mani tremanti non obbedirono.

La creatura rotolò momentaneamente su se stessa, continuando a osservare ogni movimento della sua vittima. Inclinò la testa di lato, annusando, e si avvicinò lentamente all'ex guardia. Cinque minuti prima i suoi lunghi capelli biondi e lucenti si erano trasformati, diventando radi, scuri e penzolanti in appiccicosi ghiaccioli.